Cesare Colombo, milanese classe 1935 l’arte l’aveva masticata fin da bambino essendo figlio di due pittori ma a metà anni Cinquanta quando si pone il problema di che cosa diventare sceglie la professione di fotografo. Eppure tutti noi che lo abbiamo conosciuto e frequentato fatichiamo a inserirlo in una sola casella perché Cesare da subito mostra una grande passione anche per l’analisi critica delle immagini. Diventa presto una firma costante di mensili come Fotografia e Ferrania scrivendo quegli articoli pungenti che ne avrebbero caratterizzato l’intera vita. E’ proprio questa attività ad essere perseguita con determinazione: analisi delle situazioni, recensioni di mostre e libri, dibattiti con gli autori compaiono in testate prestigiose Camera diretto da Romeo Martinez, Foto Film, di cui dal 1965 al 1967 è caporedattore, e Dibattito, primo foglio di polemiche e idee teso al confronto tra la fotografia italiana internazionale.
Vogliamo aggiungere altro? Le collaborazioni con il Servizio Pubblicità Agfa, la Fondazione 3M, l’Archivio del Touring Club Italiano, gli Archivi Alinari, l’attività del suo studio di via Vigevano nel campo della fotografia pubblicitaria e industriale, la realizzazione di un gran numero di volumi fotografici. Cesare Colombo era un bravo fotografo guidato da un forte senso civile come dimostrano mostre come “Il nuovo impegno” esposto alla galleria il Diaframma nel 1968 e i tanti servizi realizzati nella sua Milano. Una cosa, tuttavia, colpisce: l’aver messo in secondo piano la sua attività espositiva per dedicarsi con rigore e generosità a quella altrui. Questa è forse la sua vera eredità perché quelle mostre e quei volumi che le accompagnavano – due soli fra i tanti esempi “Italia. Cento anni di fotografia”, “Un Paese unico. Italia fotografie 1900-2000” – hanno contribuito alla conoscenza storica e critica della fotografia italiana nel mondo. Cesare non andava per esclusioni: amico di grandi autori da Toni Nicolini, con cui aveva diviso lo studio per tanti anni, a Gianni Berengo Gardin, Mario Giacomelli, Pietro Donzelli, Romeo Martinez, sapeva rapportarsi con identica attenzione con il mondo non professionale del Circolo Fotografico Milanese. “Per la generosità con cui si e rapportato con la stessa attenzione con il mondo professionale e con quello foto amatoriale” c’era infatti scritto nella motivazione del Premio AFIP alla carriera che gli avevamo consegnato nel 2014. Chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo troverà tracce vive del suo spirito in un libro dal titolo bellissimo “La camera del tempo” (Contrasto) dove si ritrova il senso profondo che lo ha guidato nella vita.