Ricordo di Fulvio Roiter

Servizio n.104135: 21 Ottobre 2010 - sede - VENEZIA (Venezia) - IL FOTOGRFO FULVIO ROITER CON LA MOGLIE LOU EMBO - VENEZIA 21.10.10,FOTOATTUALITA'. RIPRODUZIONE FOTO FULVIO ROITER ASSIEME ALLA MOGLIE LOU EMBO. - - - fotoattualita

“Vous avez du matériel sur Venise” dice il signore elegante nel suo studio di Losanna con un tono più asseverativo che interrogativo. E’ infatti sicuro che quel giovanotto che vive a Meolo, nell’entroterra veneziano, essendosi presentato come fotografo non poteva non aver inquadrato chissà quante volte la città più ripresa del mondo. C’è un attimo di sospensione – la scena, siamo nel 1954, andrebbe gustata come fosse una sequenza cinematografica da commedia neorealista – prima che giungesse sicura e rassicurante la risposta “Une montagne de matériel”. Attenzione, però: il signore elegante è Albert Mermoud, editore della prestigiosa casa editrice Guilde du Livre, il ventiseienne che gli risponde è Fulvio Roiter: è entrato nel circolo la Gondola sette anni prima dove è entrato nelle grazie di Paolo Monti, ha già realizzato un bel reportage in Sicilia e, soprattutto, non ha mai scattato una sola fotografia di Venezia. Lo farà furiosamente in tutta quell’estate tornando a casa solo la sera dopo aver lavorato tutto il giorno alle ricerca delle riprese migliori per poi buttarsi in camera oscura per stamparle personalmente con la precisione che già aveva.photomarket it Bisognava fare in fretta perché Mermoud aveva una camera d’albergo fissata per il 4 settembre, data in cui avrebbe analizzato le fotografie per dar vita a un inatteso libro fotografico. Così, e sembra una leggenda, nasce nel novembre di quello stesso 1954 “Venise à fleur d’eau”, il primo bellissimo libro di una lunga serie di volumi attraverso i quali si può seguire il cammino umano e professionale di Fulvio Roiter, il grande fotografo scomparso l’altro ieri a 89 anni. In questa piccola ma significativa storia c’è tutto lo spirito di un autore in cui convivevano la passione del fotoamatore che si era presentato ventunenne ai componenti del circolo la Gondola e la determinazione di chi alla professione si era avvicinato da subito. Al contrario di tanti colleghi e in ideale sintonia con Gianni Berengo Gardin con cui aveva condiviso la “militanza” alla Gondola, non aveva quasi mai puntato alle riviste e ai giornali cui ha sempre preferito i libri. Li costruiva attorno a progetti pensati con professionale precisione convinto com’era che la qualità non può che affascinare il pubblico e gratificare l’autore. Fulvio Roiter era un grande affabulatore capace di partire da una sua fotografia per raccontare le storie bellissime da cui era nata come quella volta che si era fatto accompagnare dai bambini di un villaggio perché gli mostrassero il cimitero innevato da cui spuntavano nere e bagnate le croci che gli servivano per interpretare il verso su “nostra morte corporale” di Francesco d’Assisi per il libro “Ombrie. Terre de Saint Francois” con cui vinse nel 1955 il Prix Nadar. andalusiaRoiter amava le sue fotografie e possedeva una memoria prodigiosa, come ho potuto constatare nei tanti colloqui che ho avuto con lui per preparare la monografia pubblicata da Bruno Mondadori nel 2012. Indimenticabili incontri, davvero, perché fitti di lunghissime chiacchierate con lui che si preoccupava della precisione dei miei appunti visto che non registro mai, di passeggiate lungo i canali, di racconti immaginifici fatti davanti a un piatto di spaghetti alla busera, di gran risate accompagnate da robuste pacche di complicità incassate con signorilità, ma anche perché no di discussioni perché Fulvio mica aveva un carattere facile. Nella sua bella casa al Lido comprata con i proventi di “Essere Venezia” – non il suo libro più bello ma quello più venduto con le sue 700.000 copie – ha vissuto con la moglie Louise che ne ha condiviso le scelte e la passione (anche lei è una pregevole fotografa) perché Venezia è stata in punto da cui è partito e quello in cui continuava a tornare dai viaggi compiuti in tutto il mondo (Messico, Stati Uniti, Europa, Medio Oriente) vincendo all’inizio il timore per l’aereo, preso la prima volta per andare in Brasile, e soprattutto quello per l’avventura di spedizioni un po’ improvvisate che lo metteva di fronte a situazioni difficili, tutte affrontate con quella stessa determinazione e presenza di spirito che aveva messo in atto giovanissimo. Fulvio Roiter aveva un grande rispetto, più antropologico che sociale, per l’uomo che infatti anima sempre le sue fotografie e inseguiva sempre la bellezza. Basta dire che, pur avendo a due passi l’obbrobrio del Petrolchimico ha preferito ignorarlo per riprendere Venezia in tutto il suo fascino altero capace di sopravvivere a ogni bruttura.

Roberto Mutti

roiter_01 Sicilia.La_lettera image 070403 Pappa Reale